domenica 15 aprile 2018

Le rivendicazioni degli altri -4 -

Continuiamo le pubblicazioni su Celestino V. In questo intervento ci occuperemo delle rivendicazioni Sant'Angelo Limosano, Macchia d'Isernia e Isernia.

S.Angelo era detto nel Medioevo un castrum molisano , che per distinguersi da centri omonimi aggiunse il nome del vicino Limosano, centro più grande e rinomato.  S.Angelo Limosano fonda le proprie pretese di essere la patria del santo sull'esile fondamento di un verso di un poemetto stampato nel 1520 che narra la vita del santo. Vi si legge che sarebbe nato:
                                                  De la fertil provincia di Lavoro
                                                  e una città Lemusana appellata
Dove Lemusane può essere corruzione paleografica o ipercorrezione di Raviscanine.
La fonte, come si vede è abbastanza tarda ed è ampiamente contraddetta nella menzione della Terra di Lavoro, ma sembrerebbe convalidata dall'affermazione di Stefano da Lecce nel quale si legge di Petrus de castello Sancti Angeli, comitatus Molisii, prope Limosanum ed ha avuto nuova fortuna per essere stata ripresa dal Masciotta (Il Molise dalle origini ai giorni nostri, Napoli 1915, p.333) e di recente, sia pure con esitazione, dall'Herde.
La tesi in favore di Isernia è ancora più tarda  poichè solo nelle sue Memorie Historiche del Sannio, che videro la luce nel 1644, il dotto arciprete della cattedrale di Isernia, il Ciarlanti, sostenne  che più di tutti può pregiarsi e gloriarsi la città di Isernia, per aver partorito il Santissimo Pietro sommo Pontefice chiamato Celestino V.
Ci esimiamo dall'entrare nei dettagli e nel merito della polemica tra S.Angelo ed Isernia i cui argomenti sono riassunti in due diversi studi di Raffaele Tullio, apprezzato per aver vagliato le fonti escludendo la nascita del santo in ambedue i siti.
Egli nota, esattamente,quali ad esempio S.Angelo in Grotte e S.Angelo del Pesco, sicchè in mancanza di prove non può darsi per scontata l'attribuzione a S.Angelo Limosano. Esattamente rileva poi che la dimostrazione della nascita non può fondare sul fatto che Pietro avrebbe studiato a Fayfoli ,non troppo lontano da Limosano.
Quanto ad Isernia egli ricorsa le numerosi fonti che dicono isernino il santo,ma che nella città mentre vi sono una chiesa ed una piazza S.Angelo, non vi è mai stato un castello di S.Angelo, e che addirittura certamente all'epoca del santo in Isernia non vi era alcun castello.
Neppure il Tullio però segna una svolta nella ricerca perchè, dopo aver ben svolto la pars destruens dimostrando che il santo non poteva essere nato in nessuno dei due abitati che lo rivendicano, quando cerca di determinare il luogo di nascita torna nuovamente a forzare le fonti e toponimi con sillogismi viziati dal preconcetto che il Santo sia nato nel Molise e nei pressi di Isernia, ed anzi nel suo paese natale. Infatti l 'A. raccoglie e tenta di puntellare una tesi recente proposta dal Mattei, e si sforza di dimostrare che una località di campagna chiamata S.Angelo, presso Macchia d'Isernia coincida col castello che diede i natali al Santo, il Castellum Sancti Angeli delle fonti.
Gli argomenti, a ben vedere, sono ancora meno fondati di quelli adoperati per indicare in Isernia e Sant'Angelo Limosano il luogo di nascita del Santo. E' si vero che presso Macchia d'Isernia vi è una localitè detta S.Angelo (e, si badi, non castello di S.Angelo) ma è un sito campestre, che deriva probabilmente il nome di una edicola, o magari una fonte, in passato dedicata all'Arcangelo Michele.
Anche a voler ammettere, come è ben possibile ma finora non provato, che attorno all'edificio sacro dedicato all'Arcangelo si sia addensato in passato un piccolo abitato poi  scomparso, il posto è troppo vicino a Macchia  per aver costituito un centro autonomo, del quale non vi è ad oggi alcun indizio archeologico nè alcun cenno nelle fonti. Sono infatti inutilizzabili quelle citate dal Tullio che malamente forza in favore della sua tesi documenti volturnensi anteriori di secoli e pacificamente riferiti ad un abitato presso Colli al Volturno il  castello di Colle Sancti Angeli.
Di questo, menzionato fin dal 972 d.C., si conosce con certezza l'ubicazione perchè si è conservato il toponimo, confermato da indubbie considerazioni topografiche e da scavi archeologici che nel 1991 hanno riportato alla luce la cappella dedicata a S.Angelo dalla quale il colle  e l'abitato presero il nome. Tale località, il castellum qui dicitur Colli sancti Angeli , nelle fonti volturnensi è detto essere non longe  a jamdicto nostro monasterio.
Colle S.Angelo è, appunto, un rilievo prossimo al sito di S.Vincenzo al Volturno dal quale dista circa 4 km in linea d'aria. Invece il S.Angelo di Macchia è distante dalla piana di San Vincenzo oltre 10 km il linea d'aria , ed essendo in sinistra della Vandra è stato sempre al di fuori della sfera politico-amministrativa di S.Vincenzo al Volturno, ricadendo  in quella di Isernia.
Inoltre, se non bastasse, il S.Angelo di Macchia è in zona abbastanza pianeggiante e dunque non poteva chiamarsi "colle" di S.Angelo, ne vi è prova o indizio che sia stato abitato e che si sia mai chiamato Castello di S.Angelo.
In ogni caso Castellum Colli S.Angeli è cosa anche etimologicamente differente da Castellum S.Angeli. E' qui doveroso precisare che una tavola pubblicata dal Tullio come "antica mappa"nella quale un S.Angelo appare vicino a Macchia d'Isernia  è in realtà un collage di spezzoni della moderna tavoletta I.G.M. 1/25.000 ritagliati e rimontati malamente per avvicinare il sito a Macchia d'Isernia. 

domenica 1 aprile 2018

Il Segreto delle origini - 3 -

Dal lavoro  dello storico Caiazza, continuo la pubblicazione sul nostro concittadino Pietro degli Angeleri, ovvero, Papa Celestino V (CDC)

Pietro di Angelerio, o meglio degli Angeleri, poi detto Pietro da Isernia, Pietro del Morrone, Pietro della Maiella, Celestino V, S.Pietro Celestino, l'unico Sommo Pontefice Romano che abbia rinunciato al soglio, per "viltade" come disse Dante, il principe dei suoi detrattori, o ex legitimis causis, idest causa humilitatis, et melioris vitae, et conscientiae  illesae, debilitate corporis, defectu scientiae,et malignitate plebis, et infirmitate personae, come egli motivò richiamando norme canoniche e, dunque, poichè si era reso conto di essere inadeguato al ruolo et in buona sostanza per umiltà e santità, è, almeno per taluni aspetti, tra i quali certamente le origini e la formazione spirituale, più famoso che realmente conosciuto. 
Prova ne sia che di questo uomo, papa e santo comunque eccezionale, è controversa la data di nascita, che per il suo diretto discepolo Tommaso da Sulmona risale al 1209 mentre per i biografi del XVII secolo Marini e Telera risale al 12015.
Se qui l'oscillazione è di pochi anni, e dunque non particolarmente rilevante, per ciò che concerne il luogo di nascita le ipotesi sono assai più numerose e controverse.
Si è proposta infatti la nascita ad Isernia, Sulmona, Molise Oppidum, Morrone del Sannio, Ausonia, S.Angelo in Grotte, S.Angelo del Pesco, Macchia di Isernia, Marruvium de' Marsi, Terra di Lavoro e addirittura in Aprutii in partibus Apuliae, e così via.
La ridda delle ipotesi già da se dimostra che nessuna di esse si raccomanda per prove e rigore di analisi critica sicchè il luogo di nascita può dirsi ancora non riconosciuto, sebbene assai discusso.
La perdurante oscurità su tale dato, utile non solo per completezza anagrafica e storica, ma soprattutto per tentare di cogliere il clima culturale della sua infanzia e della sua educazione, deriva in parte dalla ritrosia del santo a parlare delle sue origini, in parte dalla sua lacunosità e dalla contraddittorietà delle fonti più antiche, ma soprattutto dalla disinvoltura dei biografi susseguitisi nei secoli che hanno tentato di superare il problema con affermazioni tanto perentorie quanto immotivate.
Dallalunga lista di località cui sarebbe nato Pietro di Angelerio alcune sono trasparentemente inesatte, derivando da nomi dei luoghi nei quali è vissuto, che sono stati poi proposti come luoghi di nascita. Ad esempio poichè visse a lungo, ma dopo esservi giunto per la prima volta in giovane età, sul Morrone presso Sulmona e fu chiamato anche Pietro del Morrone si è preteso che sia nato a Sulmona.
Inteso Morrone come luogo di nascita, ed ignorando che si trattava del nome di una montagna e non di un abitato, si è poi riconosciuto lo stesso in Morrone del Sannio o addirittura in Murrone Marsorum oppido, quod antichi  Marruvium appellabant.
Trasparenti sono pure alcune indebite precisazioni di fonti generiche; ad esempio dalla qualifica di molisano attribuita al santo se ne è fatto derivare che sia nato nel paesello di Molise, circostanza questa da nessuna fonte affermata. Allo stesso modo dall'appellativo Petrus de Maiella si è ricavata un'origine abruzzese.
Altro procedimento è quello di combinare tra loro fonti disparate nel tentativo di fare chiarezza: poichè alcune fonti  indicano genericamente la regione d'origine ad esempio, come detto il Molise, o anche un locus Aprutii e natione Apulus ed altre la nascita in un Castel S.Angelo si è corso alla ricerca di luoghi chiamati S.Angelo nell'ambito di tali regioni, pretendendo di riconoscervi l'origine del Santo, ma senza addurre elementi di riscontro, o ricorrendo a debolissime argomentazioni.
E' infatti soprattutto mancato nella ricerca del luogo di nascita di Pietro di Angelerio il vaglio critico delle fonti, che al contrario, spesso, sono state forzate per ragioni di campanile.
Questo deficit di un'analisi serena e metodologicamente corretta è dovuto probabilmente al fatto che la parte migliore della dottrina, forse disperando di poter districare la questio, l'ha trattata superficialmente o l'ha addirittura rimossa, privilegiando l'indagine sulla spiritualità del Santo o su altri momenti della sua vita, mentre altri e meno rigorosi studiosi sono stati spinti unicamente dall'intento di dare lustro alla propria terra attribuendole i natali di S,. Pietro.
Questo è avvenuto in particolare nel Molise, dove, grazie al fatto che sicuramente il santo vi operò e ad alcune fonti che lo dicono molisano, si è più volte acceso il dibattito sul luogo di nascita.
Non senza polemiche, poichè, restate al palo S.Angelo in GRotte e S.Angelo del Pesco, per mancanza di paladini locali che abbiano raccolto la proposta del Gasdia, tre comunità tuttora si contendono il vanto di averlo visto venire alla luce: S.Angelo Limosano, Isernia e Macchia d'Isernia ma tutte con argomentazioni tanto appassionate ed apodittiche quanto poco resistenti al vaglio critico.

(Al prossimo articolo parlerò  delle rivendicazioni di S.Angelo Limosano, Isernia e Macchia d'Isernia)
Buona Pasqua!