domenica 13 maggio 2018

Le fonti......... - 6 -

E' innegabile che da alcuni documenti appare una speciale relazione tra Celestino ed Isernia e, più genericamente, il Molise:
1) Una bolla di papa Gregorio X, siglata a Lioni nel 1274, allorquando Pietro, chiese il riconoscimento dell'Ordine dei Celestini, indicava Pietro come Iserniese;
2) anche nel Bullarium diplomatum.....Celestino è detto di patria Iserniensis;
3) I Regesta Pontificum Romanorum.....parla della nascita sopra i monti di Sulmona;
4) La cittadinanza isernina torna ad essere nell'atto di fondazione della Fraterna di Isernia avvenuta nel 1289. 
Tuttavia è evidente che l'appellativo Petrus da Isernia, ai fini della nascita, non è più significativa di  di quella di Petrus de Murrone, infatti di per sè non indica la nascita nella città stessa, ma solo uno status di residente o di cittadino acquisibile anche per immigrazione.
Poichè nessuna fonte dice che il Santo nacque nella città, la speciale relazione tra Isernia e Celestino deve ravvisarsi, con ogni probabilità, nel fatto innegabile che qui ebbe cittadinanza poichè vi immigrò ed abitò brevemente con i genitori e continuarono poi a risiedervi i suoi familiari: il  fratello Nicola d'Angelerio ed i nipoti Guglielmo e Pietro de Angelerio, beneficiati da Carlo d'Angiò in ricordo del papa suo amico.
Nella città il Santo fondò la congreca detta la Fraterna e la tradizione ricordava una casa sua, o perlomeno dei suoi congiunti, e nell'occasione del VI centenario della nascita ivi fu apposta una lapide, che la diceva sua casa natale, lapide poi distrutta con la casa durante la seconda guerra mondiale e dal vile bombardamento alleato d'Isernia.
Poco fuori la città Pietro fondò il convento di S.Spirito d'Isernia, su terreno di sua proprietà secondo il Ciarlanti, o ricevuto in dono.
Proprio dal fatto che in Isernia, e dunque nel Molise, il santo ebbe cittadinanza e vi risiedevano i suoi familiari, dovette probabilmente nascere la tradizione pure antica che il santo fosse molisano; il cardinale Stefaneschi, contemporaneo di Celestino, pur glissando sul luogo di nascita lo definì infatti semplicemente molisano, cosa esatta per un cittadino di Isernia ma inconferente per indicare il luogo di nascita. Tale opinione dovè essere rafforzata dal fatto, tutt'altro che dirimente, che il santo fu abate nella molisana abbazia di Faifoli.
5) Infatti anche Tommaso da Sulmona, pure contemporaneo ed amico del santo e suo biografo, parlando del monastero di S.Maria a Faifola, del quale il futuro papa fu Abate aggiunge quod erat in provincia unde ipse (il santo) erat oriundus.
Si noti che Tommaso da Sulmona non dice che fosse Pietro nativo del Molise ma che ne proveniva, cosa esatta ma non indiziante la nascita molisana. Significativo è poi che Tommaso non accenni ad una presunta origine sulmonese di Celestino, da altri confusamente affermata (Heremita natione Terrae Laboris oriundus prope Sulmonam) , visto che un sulmonese difficilmente avrebbe omesso una tale circostanza.
La nascita molisana è espressamente affermata dalla sola testimonianza di Stefano di Lecce, frate celestiniano, autore di un manoscritto del XV sec. nel quale si legge di Petrus de Castelli Sancti Angeli, comitatus Molisii prope Limosanum.
Ma è da rilevare che Stefano con tale frase fonde il dato della nascita in un Castel S.Angelo, antico, affidabile, ufficiale ed incontroverso, con quello dell'appartenenza molisana, che ben può riferirsi al periodo della vita in Isernia e Faifoli, ma di per sè non indizia il luogo di nascita.
Di fatto il biografo è l'unico a fare tale asserzione, che è puramente congetturale: egli sapeva che il santo era nato in un castello di S.Angelo, che era molisano, che era stato abate a Faifoli e sapendo che presso Faifoli e Limosano vi era un Castel S.Angelo ha combinato il tutto.
Ma, come afferma il Bucci, sono ben 18 le località molisane che si denominano S.Angelo, e questo fa crollare verticalmente la  probabilità statistica che la congettura, non altrimenti suffragata, sia esatta.
Dimostrato che ogni proposta di ubicazione molisana del luogo di nascita del Santo non è provata, ed accertato che la qualifica di molisano non è altro che una attribuzione giustificata dai suoi indubbi rapporti di dimora, parentela ed attività con Isernia e Faifoli, ma non indiziante il luogo di nascita, la chiave per individuare questo risiede  nella lettura delle seguenti fonti:
A) Il Beato Roberto della Salle, discepolo del Santo, intendendo scrivere la vita raccolse alcuni appunti nei quali lasciò scritto che lo stesso era nato a Castel S.Angelo.
B)Non molto tempo dopo un Anonimo narrò la vita di Pietro Celestino in una raccolta di vite di santi tramandata da un codice della Marciana di Venezia.
Riferì che in la provitia de terra de noe sotto al Regnamo de napoli in uno castello che si chiama Sancto Angelo nasce lo grazioso Celestin de parenti chatolici honesti e devoti.
El padre have nome angelerio e la madre have nome maria.
E' evidente che l'espressione provincia de terra de noe è corruzione paleografica per provincia de terra de labore vista l'inesistenza di una Terra di Noe o di qualcosa di simile, tra le antiche province del Reame e che la nascita di Terra di Lavoro è espressione dichiarata delle fonti di seguito riportate.
Dunque anche per l'Anonimo il Santo era nato in un Castel S.Angelo, e più precisamente in quello che si trovava nel Regno di Napoli ed in Terra di Lavoro.
C) Il Liber Pontificalis conferma la nascita in Castel S.Angelo nel Reame di Napoli ed in Terra di Lavoro: Celestinus V, conversatione eremita, natione de Terra Laboris, oriundus prope Sulmonem.
Qui l'indicazione della nascita in Terra di Lavoro è netta e precisa, mentre il termine oriundus prope Sulmonam è sostanzialmente equivalente all'appellativo Pietro da Morrone, visto che l'eremo affaccia proprio su Sulmona e non ne dista molto. Oriundus va dunque inteso come "proveniente".
D) Se non bastasse la Bolla di Canonizzazione, un documento ufficiale che si  presume difficilmente possa errare, cita proprio la Terra di Lavoro dicendola felice perchè ha dato i natali a Celestino:  provincia Terre Laboris, quae probaris talem et tantum palmitem inhaerentem firmissamae Christi viti.
E' stata così tradotta dal Tullio: O quando sei fortunata, Provincia di Terra di Lavoro, che dai prova di aver saputo produrre un tale e tanto tralcio, germogliato dalla saldissima vite di Cristo, le cui propaggini con il profumo della loro mirabile santità si estendono diffusamente in ogni parte del mondo e dalle cui uve viene spremuto un vino che allieta i cuori dei devoti, e trascina e infiamma le menti degli umani all'amore di Dio.
Proprio da questa provincia di Terra di lavoro si tramanda che il beato Pietro abbia tratto la sua origine da genitori onesti, cattolici e devoti.  
E) Nella Vita et obitus beati Petri confessoris Celestini pape quinti si legge:: Beatus Petrus confessor domini gloriosus de provincia Terre Laboris traxisse fertus originem ex honestis parentibus catholicis et devotis.
E' evidente che i documenti più antichi ed ufficiali danno concordi le seguenti coordinate del luogo di nascita:Regno di Napoli, provincia di Terra di Lavoro, Castel S.Angelo.
Dunque non nel Molise, ma nell'ambito di Terra di Lavoro, nome geografico che indica l'area corrispondente grosso modo alla provincia di Caserta e va attribuito in senso specifico al territorio compreso tra il Massico e l'orlo settentrionale dei Campi Flegrei, mentre in passato si riferiva anche alla parte pianeggiante della provincia di Napoli, dovrà ricercarsi in un abitato chiamato nel XIII sec. Castel S.Angelo.
Dopo averlo individuato si dovrà verificare, al fine di stabilire se fu la patria di Celestino, se tra lo stesso ed il Santo sia riscontrabile qualche elemento di connessione.
E qui il caso di premettere che si cercherà non tra gli innumerevoli siti  appellati S.Angelo, grotte, fonti o cappelle medievali nella Longobardia Minore, nè tra le città, ma solo tra i centri abitati fortificati riconducibili alla categoria dei castra , termine questo del lessico amministrativo e giuridico indicante non una struttura difensiva medievale - il castellum - ma gli abitati autonomi non annoverati tra le città perchè "non abbelliti dell'onore vescovile:
Resta da ricordare che la nascita in Terra di Lavoro ed in S.Angelo di Ravecanina non è contraddetta dalle fonti che dicono "pugliese" il Santo.
Infatti l'Alifano faceva parte del Ducato di Puglia, che fu una delle ripartizioni amministrative del Reame normanno.

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